Approfondimento: i toner di stampanti e fotocopiatrici

31/05/2011
Autore: Ing. Andrea Ravanelli

FotocopiatriceApprofondimento: i toner di stampanti e fotocopiatrici

Toner e stampanti: considerazioni 


Quante volte ci è capitato di sentir parlare dei famigerati toner, contenuti nelle stampanti laser e in molte fotocopiatrici? Si tratta ormai di un elemento presente in qualunque ambiente di lavoro, laddove vi sia almeno un ufficio.

E quante volte ci si è chiesti: mi "faranno male" queste sostanze? Rischio di ammalarmi lavorando a pochi centimetri o metri da una stampante o da una fotocopiatrice?

Suva, ente assicuratore svizzero contro gli infortuni (l'analogo svizzero dei "nostri" INAIL ed ISPESL) ci viene in aiuto. Nel file allegato, prodotto appunto dal Suva, si riportano in sintesi i principali studi effettuati sui toner, con commento dei risultati ottenuti.

Innanzitutto, che cosa è il toner? I toner sono costituiti da piccolissime particelle di materia termoplastica (copolimeri stirolo-acrilici, nelle stampanti ad alto rendimento anche poliestere), che si fissano sulla carta per fusione. Come pigmento colorante, nei toner neri si utilizza il nerofumo (carbon black o nerofumo per uso industriale) o l’ossido di ferro, mentre nei toner di altri colori si ricorre a dei pigmenti organici. Oltre a questi componenti principali, i toner contengono diversi coadiuvanti come cera, acido silicico (diossido di silicio amorfo come antiagglomerante) e, in parte, anche piccole quantità di sali metallici per controllare le proprietà elettromagnetiche. Il diametro delle particelle di toner è di 2-10 μm. […] L’analisi della composizione chimica dei toner disponibili in commercio, eseguita con diverse tecniche, ha rivelato che oltre al carbonio, al ferro e al rame sono presenti anche piccole percentuali di diversi altri elementi. Si tratta essenzialmente di tracce (quantità dell’ordine delle ppm) di titanio, cobalto, nichel, cromo, zinco, stronzio, zirconio, cadmio, stagno, tellurio, tungsteno, tantalio e piombo.”

In sintesi, il documento proposto afferma che:

“Le polveri di toner emesse dalle stampanti con tecnologia laser e dalla fotocopiatrici possono causare disturbi soprattutto nei soggetti con mucose ipersensibili nelle vie respiratorie superiori e inferiori. In genere, le reazioni di ipersensibilità non specifi-che dovute agli effetti irritativi di queste emissioni possono essere evitate migliorando l'igiene del posto di lavoro. Soltanto in casi rari sono state documentate delle vere e proprie allergie al toner. Gli studi epidemiologici non hanno stabilito relazioni causali certe fra queste emissioni e le malattie croniche dell'apparato respiratorio o le malattie polmonari interstiziali. In base ai risultati degli studi sperimentali e dei test sugli animali, non si esclude che le polveri di toner possano avere un effetto cancerogeno. I dati attualmente disponibili non permettono tuttavia di trarre delle conclusioni definitive, soprattutto perché non sono ancora stati svolti degli studi epidemiologici sul rapporto tra l'esposizione a polveri di toner e un maggiore rischio di tumori maligni delle vie respiratorie. A titolo preventivo, la Suva consiglia delle misure di protezione generali per ridurre il rischio di esposizione alle polveri di toner e alle particelle ultrafini nonché delle misure specifiche per contrastare gli effetti di un'elevata esposizione, ad esempio in caso di guasto dell'apparecchiatura o durante le operazioni di manutenzione e riparazione. I collaboratori che manifestano disturbi di origine professionale devono sottoporsi a degli accertamenti.”

 Si invitano i lettori a prendere visione dell’intero documento allegato, che meglio specifica quanto indicato nel riassunto proposto. A titolo di prevenzione, Suva propone anche delle misure da attuare nella gestione delle stampanti e dei toner esausti, al fine di ridurre al minimo l’insorgenza di qualsivoglia problematica.

Studi sui toner
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