Classificazione del rischio in tempo di pandemia

14/01/2021
Autore: Ing. Andrea Ravanelli

 Classificazione del rischio in tempo di pandemia

La mente umana è estremamente complessa e sovente ci capita di non riuscire ad accettare delle semplificazioni della realtà.

Ciò che stiamo vivendo in questo periodo, con la classificazione dell'Italia e delle Regioni in "colori", è spesso motivo di scontro nei salotti pubblici e sui canali televisivi. Non siamo portati ad accettare una semplificazione della realtà che posizioni delle soglie oltre le quali scattino dei divieti. Molto spesso però, questo è l'unico modo per stabilire dei criteri che, giusti o sbagliati, portino a degli effetti sperati positivi.

Abituiamoci a capire che a volte è necessario imporre delle soglie e soprattutto che la partita non si gioca tra l'essere minimamente sopra o sotto una determinata soglia. Essa va imposta, punto e basta, senza bisogno che si discuta su cosa cambia stare pochi millesimi sopra o sotto. E' necessaria per il bene comune, in tutti i campi, pertanto se imposta va rispettata senza "se" e senza "ma". Non in maniera a-critica, ma senza lamentare sul perchè sia stata fissata proprio "lì", e non "lì intorno".

Di "soglie" da rispettare è pieno il nostro quotidiano, anche se molto spesso non ce ne rendiamo conto. Ma non ci poniamo il problema, per abitudine o perchè lo accettiamo. Ad esempio:

- se su una strada c'è il limite a 90km/h, lo rispettiamo senza fare polemica sul fatto che "andare a 91km/h non sarà così più pericoloso che andare a 90";

- se non si può acquistare alcool se si hanno meno di 18 anni, non ci chiediamo "perchè non posso a 17 anni e mezzo, cosa cambierà mai?";

- se dalle 22.00 in condominio per regolamento non si può fare rumore, non ci mettiamo a fare manifestazioni in TV per poter passare l'aspirapolvere alle 22.10, "perchè tanto sono solo 10 minuti".

Allo stesso modo, perchè dobbiamo continuamente tornare a dibattere sulle misure di sicurezza del Covid-19? Continuiamo a sentire frasi del tipo:

- "Perchè chiudono alle 22.00, dalle 22.01 il virus non circola più???"

- "Perchè non posso entrare con la temperatura di 37.6°C, che differenza ci sarà mai rispetto a 37.5°C???"

- "Perchè siamo finiti in zona rossa per uno 'zero virgola', non potevano lasciarci in zona arancione???"

Sono tutte domande che non centrano il punto. Il punto deve rimanere: se c'è una soglia, essa va rispettata. Discutiamo piuttosto se ha senso imporre la soglia, ma non perchè essa non sia qualche decimale più in alto o in basso.

Nella sicurezza funziona tutto così, ed è normale: ci sono soglie, ed anche un minimo superamento significa passare da una classe di rischio ad un'altra. E' così, ed è giusto che lo sia. Facciamocene una ragione.

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