Formazione, nuove modalità comunicative: un obbligo formale?

Formazione: nuove modalità comunicative

La formazione per la sicurezza sul lavoro, a partire da quella generale e specifica (Formazione Generale e Formazione Specifica dei lavoratori), sono raramente viste dai partecipanti come un momento di crescita.

Sono piuttosto ritenute un obbligo formale da eseguire dedicando la minima attenzione possibile, spesso con la convinzione di non poter trarre alcun beneficio dalla formazione stessa.

Di chi è la colpa di questo radicato modo di pensare?

In parte è certamente colpa di un consolidato sistema mentale che dipinge i corsi sulla sicurezza sul lavoro come qualcosa di obbligatorio ma noioso, da svolgere esclusivamente perché si tratta di un obbligo. In parte è ancora colpa di alcuni imprenditori, che per primi non fungono da esempio per i propri lavoratori dando la giusta importanza alla questione, ed anzi disincentivando essi prima di tutto la partecipazione. Ma in parte è anche colpa di noi, operatori del settore, che spesso non facciamo “quel qualcosa in più” per rendere più accattivante il tema.

Per questo motivo occorre sperimentare nuove strategie comunicative, unico grimaldello per scardinare ataviche convinzioni legate alla formazione dei lavoratori (“sarà noioso”, “non mi servirà”).

Solo introducendo nuovi sistemi di comunicazione, capaci di stimolare il pubblico e renderlo partecipe, facendolo anche “giocare”, rendendolo parte attiva del processo, potremo arrivare a sradicare l’idea che pervade ancora, troppo spesso, chi partecipa a questi corsi di formazione. Ricordiamoci sempre che “chi ascolta dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara!”.

AP Group con la consociata  AP Campus & Training è in prima linea per la ricerca di nuove modalità di apprendimento.