Il preposto: il significato di questo termine, il suo ruolo

04/10/2023
Autore: Dott. Paolo Aceti

Il preposto: il significato di questo termine, il suo ruolo

Il preposto: facciamo chiarezza

Il preposto è un ruolo determinante nell'ambito di un'azienda. Non sempre è obbligatorio, questo deve essere chiarito in maniera molto limpida, contrariamente a quanto si avverte in alcune errate interpretazioni.

Il significato del preposto è molto chiaro: pre - posto, ovvero posizionato, in ordine gerarchico de di responsabilità, al di sopra di qualcun altro (da una singola persona ad intere squadre). Ovvero colui/colei che ha una responsabilità (il preposto ha obblighi precisi) rispetto a dei sottoposti.

Spesso troviamo il preposto in azienda definito con alcuni sinonimicapo (capocantiere, capoturno, caporeparto, caposquadra...), responsabile (responsabile d'area, responsabile di filiale...), posizione organizzativa (negli Enti Pubblici), supervisore (supervisore di magazzino, supervisore di piazzale...).

In queste situazioni, così come in altre analoghe, ciò che appare evidente è che un lavoratore che ricopra ruoli come quelli descritti abbia accettato un ruolo di "preminenza" nel sottoscrivere il contratto che lo ha portato in quella posizione. Di conseguenza, diventa un preposto di fatto. Ciò è dettagliato nell'Art. 299 del D.Lgs. 81/08, per chiunque volesse approfondire l'argomento. Sarebbe troppo lungo spiegare, in un post che vuole essere breve, sintetico ed introduttivo (non un saggio!) tutte le sfaccettature del preposto di fatto. Dovremmo parlare anche del preposto di fatto per prassi comportamentale (anche tra pari livello contrattuali), del preposto di fatto per riconoscimento della preminenza da parte dei colleghi (anzianità al lavoro, esperienza ecc.). Ma la sintesi sopra esposta è già piuttosto esplicativa: quando si ha una struttura di lavoro che prevede ruoli come quelli descritti, non si può sostenere di non avere un preposto. E di conseguenza, diventa obbligatorio riconoscere, ammettere e formalizzare di averlo.

Poniamoci quindi il quesito finale: il preposto è obbligatorio? Molte interpretazioni di una delle ultime normative in proposito (L 215/2021) hanno spinto in questa direzione: ma non è questa la lettura corretta. Ciò che la norma esprime è un altro concetto: la legge impone al datore di lavoro che si trovi "di fatto" (vedi sopra) ad avere un preposto, di riconoscere chiaramente tale situazione e di formalizzarla. 

Ma non impone al datore di lavoro che abbia una struttura priva di preposti di fatto, di nominare per forza un preposto (pensiamo ad uno studio contabile, per esempio, con soli 2 o 3 lavoratori al videoterminale, tutti pari livello: quel datore di lavoro non ha alcun obbligo di nomina del preposto!). Può decidere di avere un preposto, ma non è costretto ad averlo.

Quali obblighi deve assolvere il datore di lavoro che quindi si trova nella situazione di dover nominare un preposto (o che decide di nominarlo pur non avendo l'obbligo)? Di seguito la sintesi degli interventi necessari:

- formalizzare la nomina con apposito atto interno (recante firma del datore di lavoro e del preposto per accettazione);

- formare il preposto con corso di 8 ore (chiamato "Formazione particolare ed aggiuntiva" o corso preposto);

- aggiornare il preposto ogni 2 anni con corso di 6 ore;

- garantire libertà di autonomia al preposto per svolgere le funzioni che la normativa gli affida e assolvere a tutti gli obblighi del preposto;

- valutare l'emolumento necessario per la figura del preposto.

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