A poco più di un mese dalla data fissata per l'inizio dei lavori all'interno delle Aziende italiane, si è così in possesso di un parere autorevole ed ufficiale in relazione ai percorsi di valutazione da seguire per la valutazione del rischio legato allo stress.
Il documento (allegato) "indica un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell'obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato per tutti i datori di lavoro pubblici e privati". Tra i punti di maggiore interesse del documento:
- "la valutazione prende in esame non singoli ma gruppi omogenei di lavoratori (per esempio, per mansioni o partizioni organizzative)";
- "la valutazione si articola in due fasi: una necessaria (la valutazione preliminare); l'altra eventuale, da attivare nel caso in cui la valutazione preliminare riveli elementi di rischio da stress lavoro-correlato e le misure di correzione adottate a seguito della stessa, dal datore di lavoro, si rivelino inefficaci";
- nella fase preliminare si debbono rilevare indicatori oggettivi e verificabili, anche con l'ausilio di liste di controllo che consentano una valutazione oggettiva, complessiva e, quando possibile, parametrica dei fattori analizzati;
- nella eventuale fase approfonditasi prevede la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori;
- nelle Aziende che occupano fino a 5 lavoratori, le due fasi precedentemente descritte possono essere sostituite da un'unica fase che preveda da subito il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella ricerca delle soluzioni e nella verifica della loro efficacia.
Il Documento, come prevedibile, non offre dunque una soluzione definitiva, analitica, oggettiva, direttamente applicabile, per la valutazione dello stress, bensì si configura come punto di riferimento di livello più generico, al fine di indirizzare con chiarezza i percorsi, che poi si potranno articolare su differenti basi analitiche di caso in caso.
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