In sintesi, senza entrare nel merito delle criticità affrontate la Confindustria fa notare che alle attuali condizioni il piano nazionale nelle aziende è difficilmente realizzabile; ma andiamo per punti
Idoneità dei luoghi di lavoro alle vaccinazioni: va premesso che ovviamente, va attivata la reale disponibilità di vaccini che al momento risulta tutt’altro che certa, inoltre il luogo di vaccinazioni deve avere requisiti sanitari. Gli stessi requisiti sono oggetto di verifica da parte dell’asl stessa. Nel mondo sanitario questo significa, non solo avere presente un medico generico ma personale sanitario formato alla gestione delle emergenze
Parla genericamente di formazione specifica del personale sanitario ai percorsi vaccinali anche se come e quando verranno formati resta un mistero
Il decreto chiede inoltre che sia gestito il supporto informatico con i relativi inserimento di scadenziario e gestione del paziente
Chiede un percorso per il triage con la partecipazione del medico competente
Chiede la gestione e il monitoraggio dei pazienti dopo la vaccinazione
Chiede che le stesse siano effettuate in orario di lavoro e non ammette derogheo se lo fa lo evidenzia in maniera fumosa ed incerta
Mi chiedo con sincera umiltà, ma come si può pensare se non in grandissime aziende che queste procedure siano realizzabili? Si sta chiedendo a MC di sostituirsi in toto allo stato, la cosa se vogliamo divertente, è che se per i medici di famiglia che sottopongono i loro pazienti a vaccinazione viene corrisposto un emolumento qui non si parla di nulla lasciando l’intero costo a carico delle aziende e oltre ovviamente alle ore che il personale perde fra triage, vaccinazione tempo di osservazione; Temo inoltre che l’azienda debba mettere a disposizione anche il personale amministrativo per la gestione degli adempimenti burocratici.
L’italia è uno strano paese, dove molto spesso si fanno proclami ma sempre quanto detto non è seguito da azioni concrete
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