La prima: all’inizio del lockdown aziende terrorizzate centinaia di telefonate, non appena è saltato il tracciamento dei positivi siamo diventati la prima linea di lotta al covid e abbiamo finito per sostituirci al sistema sanitario nazionale. E’ stato un periodo davvero complicato quasi tutte le aziende erano il lockdown il nostro lavoro è diventato una centrale di ascolto e smistamento di problematiche covid
La seconda: che è coincisa con la gestione dei fragili e delle visite di fragilità, che ha praticamente occupato tutto il tempo dei medici della società; a torto o ragione ( il periodo coincide con la fine di aprile – inizio maggio) i lavoratori chiedevano di svolgere le loro attività in smart working e nel pubblico questo nuovo di lavorare si è diffuso fino a ben oltre il 90% del personale dipendente.
Una terza: che coincide con la ripresa dei contagi di ottobre in cui comunque le visite mediche in presenza si sono ricominciate a fare all’opposto un deciso regresso delle richieste di fragilità e un tentativo di molti di rientrare, nonostante l’attestazione di fragilità. In questa terza fase le chiusure sono sempre state limitate e direi che l’attività di sorveglianza sanitaria si è svolta in modo pressoché normale se escludiamo la parte accertamenti ( alcool test spiro ect) che obbligatoriamente si sono dovuti effettuare in cartaceo.
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