Una interessante indagine commissionata dalla società di medicina del lavoro sul ruolo avuto dal mc nella scelta di vaccinarsi contro il covid


Autore: Dott. Paolo Aceti

Una interessante indagine commissionata dalla società di medicina del lavoro sul ruolo avuto dal mc nella scelta di vaccinarsi contro il covid

La Doxa- su commissione della Società Italiana di Medicina del Lavoro, ha condotto dal 26 al 31 gennaio una indagine sulle opinioni rispetto al COVID-19, alle vaccinazioni e le misure di contenimento su un campione di 1000 persone dai 18 ai 74 anni rappresentativo della popolazione italiana.

Il 6% del campione - in larga parte attivo -non è stato vaccinato, ma soltanto il 3.8% riferisce di non avere alcuna intenzione di vaccinarsi. La maggior parte dei vaccinati (79%) era già convinto da solo di vaccinarsi, il 21% è stato convinto dalle norme governative, dal medico di famiglia e dal medico competente. Dopo l’adozione del green pass per i luoghi di lavoro, il 12% ha fatto tamponi ripetuti e metà di essi si è poi vaccinato.

Quanto alla adozione del green pass rafforzato, il 78% è favorevole per bar, ristoranti, negozi, ecc., e il 75% sul luogo di lavoro. Il 76% è favorevole anche all’obbligo vaccinale negli ultra cinquantenni e il 73% a un lock-down ristretto ai non vaccinati. L’80% è favorevole a mantenere incentivazioni per lo smart working.

Il 74% ritiene utili tamponi periodici per i lavoratori e il 94% le misure di sanificazione dei locali.

Il 23% si è vaccinato contro l’influenza, circa il doppio rispetto allo scorso anno.

I messaggi-chiave di questa indagine, sono:

1.      La figura e il ruolo del medico del lavoro-competente sono conosciuti dal 70% degli intervistati, mentre per il restante 30% tale figura non è prevista dalla normativa. Circa un terzo degli intervistati ha anche avuto rapporti durante la pandemia.

2.      Anche escludendo i casi asintomatici, riferisce di avere contratto la malattia (COVID-19) il 10% in più dei casi ufficialmente registrati nella popolazione adulta. È probabile, quindi, che metà della popolazione italiana sia venuta in contatto col virus Sars-Cov-2.  

3.      Circa metà dei casi di COVID-19 con sintomi clinici si è verificata negli ultimi due mesi, quando ha preso il sopravvento la variante omicron, estremamente contagiosa, ma fortunatamente meno severa per i vaccinati.

4.      Il vaccino è stato accettato dalla quasi totalità della popolazione attiva, grazie anche al convincimento da parte dei medici competenti e dei medici di famiglia e la campagna vaccinale ha aumentato anche la vaccinazione anti-influenzale, contribuendo al controllo dell’epidemia influenzale stagionale.

5.      Le misure di contenimento in atto godono del supporto della maggioranza della popolazione, sebbene circa un quarto degli italiani non sia del tutto o per niente favorevole.

I dati sono attualmente in fase di analisi più approfondita e di elaborazione, in previsione della preparazione di un lavoro scientifico.

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